Scola, nei suoi film la storia d’Italia del dopoguerra (C1-C2)
Malinconico ed ironico, audace e singolare, poetico e crudo. Ettore Scola, scomparso lo scorso 19 gennaio a Roma, era l’ultimo grande maestro del Cinema italiano. Con la sua morte si chiude la lunga e fruttuosa vita della Commedia all’italiana, il filone cinematografico che tra gli anni sessanta e gli anni ottanta dipinse con risate amare la realtà sociale e la politica italiana. Nato in provincia di Avellino e trasferitosi a Roma ancora bambino, Scola ha mescolato nei suoi film acuta analisi pscologica, feroce critica della società moderna, ironia, malinconia e forme narrative nuove e inedite . Tutta la sua cinematografia è stata un tentativo di riflessione sul passato, di critica del presente e di desiderio per un futuro migliore. Ridendo e scherzando , documentario firmato dalle sue due figlie, Paola e Silvia, in cui si racconta la sua vita e la sua carriera è sintesi perfetta di tutto il suo cinema.
“Il cinema è un lavoro duro – aveva detto in occasione della presentazione del documentario – ma si può, ridendo e scherzando, mandare qualche messaggetto, qualche cartolina postale con le proprie osservazioni sul mondo. Il cinema è come un faretto che illumina le cose della vita”. Premiato più volte con il Césars e a Cannes, Ettore Scola ha riportato sul grande schermo il metodo di lavoro appreso negli anni della giovinezza al Marc’Aurelio un giornale satirico che usciva due giorni alla settimana. Li incontrò Federico Fellini, di dieci anni più grande di lui, Age & Scarpelli e Ruggero Maccari che furono suoi inseparabili amici e sceneggiatori . Insieme a loro cominciò a disegnare i vizi e le virtù degli italiani sotto la lente deformante dell’ironia e con loro iniziò a lavorare nel cinema, dapprima come sceneggiatore e successivamente come regista. Il suo primo film è del 1964, “Se permette parliamo d’amore”, una pellicola in cui fantasia, ironia e osservazione di costume sono calibrati da effetti comici che fanno aprire gli occhi sulla società italiana del boom economico.
Con il suo cinema Scola ha raccontato l’Italia post fascista tratteggiando tutti i tipi di italiani, dagli intellettuali di sinistra che si davano convegno sulle “terrazze”, al radiocronista licenziato e mandato al confino perché omosessuale, dalla casalinga schiacciata dalla prepotenza del marito fascista ai poveri delle borgate romane. La sua è stata una carriera nel segno dell’impegno civile, politico e sociale che lo vide, tra l’altro, far parte del governo ombra del Partito Comunista Italiano, nel 1989, con la delega ai Beni Culturali. Ettore Scola non ha mai nascosto la sua appratenza politica. E nel ventennio berlusconiano smise, addirittura, di fare cinema e firmò solo dei documentari e delle regie d’opera. All’inizio ho smesso di fare cinema per colpa di Berlusconi, – dichiarò in un’intervista – ma ora lo ringrazio, ho finito con i film. Mi sono trovato altre cose da fare e non ne avrei più il tempo”. Tra i suoi utlimi documentari c’è da ricordare “Che strano chiamarsi Federico” dedicato al suo grande amico Federico Fellini.
I film di maggior successo sono quelli con suoi attori preferiti. Sofia Loren, Stefania Sandrelli, Marcello Mastroianni, Nino Manfredi, Vittorio Gassman. In “C’eravamo tanto amati”, attraverso la parabola umana dei tre partigiani. (Gassman, Manfredi e Stefano Satta Flores), Scola parla del dibattersi etico tra idealità e immoralità nei trent’anni che seguirono la seconda guerra mondiale. “In una giornata particolare” (Sofia Loren e Marcello Mastroianni) racconta l’incontro tra due umanità profondamente diverse unite dalla sofferenza provocata dal regime fascista: Antonietta, donna plagiata dal fascismo e succube del marito e Gabriele, radiocronista omosessuale impotente difronte alla violenza squadrista. E poi c’è “Brutti, sporchi e cattivi” una lettura amara e disincantata delle periferie romane le stesse raccontate da Pierpaolo Pasolini nei suoi film e a cui Scola si era ispirato.
Insomma nei film di Ettore Scola c’è la storia d’Italia. E con la sua morte l’Italia ha perso non solo un grande maestro del Cinema ma un grande uomo capace di posare il suo sguardo sul mondo e raccontarlo con tocco delicato, ironico e raffinato riuscendo perfino a strappare una risata, seppur amara.
Parole difficili: Addirittura
La parola addirittura ha due significati. Il primo è sinonimo di perfino.
Es: Nel ventennio berlusconiano smise, addirittura, di fare cinema
Con questo significato viene usato spesso come esclamazione: Es: È venuto apposta dall’Italia” “Addirittura!”
Il secondo significato è sinonimo di direttamente, decisamente, senza porre altro in mezzo:
Es: Vediamoci addirittura alle dodici.
Tags: C'eravamo tanto amati, Ettore Scola, Una giornata particolare
Dave
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Bravissimo regista, bellissimi film
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